L’economia del dono, la cultura dello scambio e della condivisione
L’evento di cui vi parliamo oggi si è svolto nella città di Pisa domenica 26 maggio 2013. Si tratta della prima edizione della Festa del Presente, “la festa in cui tutti e tutte si scambiano di tutto”, come dice lo slogan. La funzione della festa è assai interessante: riscoprire e valorizzare forme alternativa di solidarietà e ricchezza. Ovvero di far girare l’economia. L’evento è stato organizzato dal Distretto di Economia Solidale Altro Tirreno (DESAT), dal Gruppo Decrescita Pisa “InventiamoFuturo” e dall’Officina di Economia Solidale (OdES). La festa ha avuto luogo in piazza Martiri della Libertà ( piazza Santa Caterina) a Pisa.
Obiettivo della manifestazione è la celebrazione del dono. Gli organizzatori Francesco Cappello, Roberto Lepera e Samuele Lo Piano del gruppo “InventiamoFuturo” spiegano che l’unica regola da seguire è il divieto assoluto di usare denaro, e di donare anche senza merce di scambio. Ovviamente ciò che non è stato coinvolto nel “dono” è tornato a casa col legittimo proprietario.
Mezza città coinvolta con buona parte delle associazioni locali che hanno allestito banchetti e stand. L’affluenza è stata davvero incoraggiante, infatti sono stati circa qualche centinaio i partecipanti all’evento durante l’intera giornata. Il pubblico ha potuto così fare esperienza di vari stand che hanno proposto diverse attività: gazebo Shiatzu, con massaggi per chiunque ne avesse bisogno, lo stand di Bilanci di Giustizia, che ha illustrato progetti a carattere etico-ludico per i bambini, Yoga per gli stressati e altri intrattenimenti.
Un’occasione importante per i pisani e in generale per il turismo locale che ha così beneficiato di un’iniziativa ammirevole ed originale. E onesta, perché dar voce a giuste modalità di relazione e interazione in un momento delicato non solo per l’economia ma anche per l’uomo, ci sembra estremamente rilevante. Dietro il dono disinteressato si nasconde un universo di potenziali aggregazioni che oggi ci paiono distanti a causa del rapporto ossessivo che inneschiamo con gli oggetti del nostro desiderio: merci, merci, merci. E allora sarà divertente osservare che nell’anagramma della parola “dono” si ritrova la parola “nodo”, ecco perchè insistiamo con l’importanza del dono come motore sociale. Per fare tanti nodi e costruire una rete, concreta e non virtuale, fatta di sentimenti e scambi umani. E non di pseudo atteggiamenti che danno vita a pseudo esistenze.
Insomma, all’interno di un’atmosfera colorata dal disimpegno e dalla spensieratezza si è portata avanti anche un’intensa attività di divulgazione scientifica. Non solo cose da donare ma anche servizi da offrire e comportamenti da apprendere. Ma ciò che rimane scolpito nella memoria di chi vi ha preso parte è senz’altro l’assenza di obblighi e vincoli di reciprocità: tutti erano liberi di accettare un dono, sebbene non avessero nulla da barattare. Il mondo come non lo è mai stato.